Progetto ideato e realizzato dai nostri Soci:

 

qrp01RTX QRP 14 Mhz – Un progetto completo

Premessa

Proprio oggi che si fa un gran parlare di S.D.R e di nuove tecniche di gestione della trasmissione di segnali, può sembrare fuori luogo riproporre un Q.R.P. assolutamente tradizionale nella sua architettura e che non presenta alcuna novità eclatante, ma ricalca lo schema classico di un ricevitore a semplice conversione di frequenza (supereterodina) e di un trasmettitore in S.S.B. assolutamente convenzionale.
Lo scopo principale di questa realizzazione, che è stata studiata nei minimi particolari al fine di garantire una riproducibilità a tutta prova, sta nel fatto che la stessa è parte integrante di un corso teorico-pratico riguardante le “Telecomunicazioni analogiche” che si tiene presso la Sezione A.R.I. di Pordenone dal mese di Ottobre 2009, con frequenza settimanale.
Il corso intende ripercorrere un po’ tutto l’evolvere della tecnica nel campo delle comunicazioni “elettriche”, dal telegrafo fino alle attuali realizzazioni, passando per le varie soluzioni in fatto di scelta delle modulazioni e di realizzazioni circuitali; il Q.R.P. in oggetto viene presentato in parallelo al corso teorico, commentato come scelta progettuale (analisi dello schema elettrico), e successivamente montato, seguendo una logica metodologica “a blocchi”; successivamente viene tarato e verificato strumentalmente fino alla sua completa realizzazione.
Attraverso questo percorso si intende guidare l’appassionato in una realizzazione completa, dal progetto alla realizzazione e successivamente alla verifica di una apparecchiatura sia pur non eccessivamente complessa ma sicuramente esaustiva sotto il profilo teorico e pratico.
Di questa nostra iniziativa vogliamo far partecipi i soci A.R.I. pubblicandola su R.R.; il sito della nostra Sezione resta a disposizione di chi intendesse richiedere ulteriori notizie.

Tutti i disegni, gli schemi e altre annotazioni, sono liberamente scaricabili dal nostro Archivio, presente su questo sito, o direttamente da questo link.
Buon lavoro!

 

Caratteristiche generali

Come si può evincere dallo schema a blocchi (fig. 01) trattasi di un ricetrasmettitore in S.S.B. di debole potenza (5-6W r.f.) sulla banda dei 20 metri (14.000 – 14.350 Mhz) con possibilità di funzionare sia in fonia che in telegrafia; la sintonia è effettuata con un V.C.O. e l’indicazione della frequenza è realizzata per mezzo di un display intelligente gestito da un P.I.C.
Il ricevitore è del tipo a singola conversione di frequenza (9.000 Mhz) con l’utilizzo di un filtro in media frequenza realizzato con sei quarzi, soluzione questa che permette una più che discreta selettività; durante la ricezione in C.W. può essere inserito un filtro attivo in B.F. opzionale, per aumentarne ulteriormente la selettività.
Il trasmettitore è anch’esso di tipo tradizionale: per la creazione del segnale S.S.B. si utilizza lo stesso filtro a quarzo usato in ricezione: qualcuno potrà obiettare che, dato il basso costo dei quarzi utilizzati, forse valeva la pena di realizzare un secondo filtro ed evitare così l’appesantimento circuitale per realizzare la commutazione dello stesso: non si può essere che d’accordo con questa osservazione, ma occorre ricordare che questa realizzazione ha un prevalente scopo didattico e quindi il circuito relativo alla commutazione del filtro si presta a diverse considerazioni.
Durante il funzionamento in C.W. la stessa nota di B.F. (1Khz) generata per produrre la portante da manipolare col tasto, costituisce il segnale di autoascolto (side-tone); sul pannello frontale è presente una presa per l’ascolto in cuffia: l’inserimento del jack della stessa, inibisce l’altoparlante interno.
Altra particolarità degna di nota è la previsione di una alimentazione interna per mezzo di due batterie ricaricabili al Piombo Gel da 6V 3.5 A/h, permettendo così un funzionamento autonomo in portatile (in particolare per gli amanti della montagna) per oltre 5 ore di collegamenti.
Altra caratteristica che ci sembra doveroso far notare, è l’assenza di relè di commutazione, sia in R.F. che in C.C.: tutte le commutazioni vengono effettuate elettronicamente e questo non ci sembra poco: un componente che non c’è non può guastarsi ed un relè è notoriamente soggetto a possibili rotture o malfunzionamenti.
Sotto il profilo realizzativo, l’intera apparecchiatura è stata proposta in due circuiti stampati in doppia faccia: uno di base contenente RX, TX e circuiteria di commutazione ed uno addossato al pannello frontale contenente il V.C.O., il B.F.O., il circuito relativo al P.I.C più la basetta del display intelligente ed infine una terza basetta inserita sulla precedente, recante l’indicatore di intensità del segnale ricevuto (S.meter).
Il filtro a quarzo volutamente è stato realizzato su una basetta a parte di dimensioni e connessioni perfettamente compatibili con altri filtri commerciali eventualmente in possesso dell’interessato; unica attenzione andrà posta all’eventuale differente impedenza di ingresso/uscita che andrà necessariamente adattata, pena una cattiva risposta del filtro stesso.

 

 

Schema a blocchi

Nello schema di fig. 01 vengono riportati i vari blocchi relativi alle due schede principali: Scheda base e Scheda VCO/BFO :si nota a prima vista che la struttura del QRP è costituita da un ricevitore a singola conversione di frequenza (supereterodina), di un Trasmettitore in SSB e di un trasmettitore in CW che per realizzare la portante da manipolare col tasto, utilizza la stessa struttura del trasmettitore in SSB generando una nota ad 1Khz in sostituzione del segnale microfonico.
La scheda VCO/BFO contiene due oscillatori di cui uno a quarzo (BFO) ed uno inizialmente libero e successivamente agganciato in frequenza (VCO): l’indicazione di frequenza viene espletata da un LCD. Pilotato da un PIC 16F628 che provvede pure a realizzare l’aggancio in frequenza (FLL) sul valore impostato.

 

 

Analisi dello schema a blocchi in RX

Prima di passare all’esamina dettagliata dello schema elettrico, vale la pena di analizzare le funzioni dei blocchi interessati durante la ricezione (fig. 01): il segnale R.F. presente in antenna viene dapprima filtrato dal passa-basso L.P.F. e successivamente trattato dal passa-banda B.P.F. prima di giungere al Mixer U1.
I due diodi in antiparallelo D1 e D2 proteggono, assieme a Q6, l’ingresso del mixer durante la trasmissione: in questo caso non transitano livelli di segnale nocivi per la funzionalità di U1.
Il segnale R.F. batte in U1 con il segnale del V.C.O. e viene convertito al valore della I.F. (9.00 Mhz); viene successivamente filtrato dal filtro a quarzo, amplificato da Q7 e Q8 ed infine rivelato da U2 a cui giunge il segnale del B.F.O. (8.9980 Mhz).
Il segnale di B.F. viene poi filtrato da L.P.F. per essere infine ulteriormente amplificato da U9 fino ad un livello sufficiente per pilotare un altoparlante o una cuffia; lo switch analogico U4d, pilotato da Q13 blocca il segnale di B.F. durante le fasi di commutazione, evitando così fastidiosi “scratchs” all’altoparlante.
All’uscita del filtro di B.F. del rivelatore a prodotto è presente U3a e U3b con funzione di generatore di tensione di A.G.C. per il controllo dell’amplificazione in I.F.; lo stesso segnale viene inviato al circuito visualizzatore di S.meter (indicatore di livello a 10 barre) inserito sulla scheda VCO/BFO.

 

 

Analisi dello schema a blocchi in TX

Il passaggio dalla ricezione alla trasmissione avviene agendo sul P.T.T. (con S2 posto su S.S.B.) o sul Key (con S2 posizionato su C.W.); nel primo caso (fonia) viene abilitato U4a ed interdetto U4c mentre Q9 abilita Q11 generando così 12VTX per alimentare l’amplificatore (Q2 e Q3) pilota del finale (Q1) e la polarizzazione dello stesso in classe AB.
In questo caso il segnale del microfono, amplificato da U5a, tramite U4a perviene al mixer U1 (generatore di D.S.B.) cui giunge anche il segnale B.F.O.; il successivo filtro a quarzo a sei poli isola la U.S.B. realizzando così il segnale S.S.B al valore della media frequenza (8.9982 – 9.0009 Mhz).
Questo segnale viene ora convertito al valore di frequenza desiderato (13.990 – 14.360 Mhz) battendo in U2 con il segnale del V.C.O (4.990 – 5.360 Mhz); il filtro passa banda (B.P.F) che precede lo stadio driver ha lo scopo di bloccare la frequenza immagine.
Durante il funzionamento in C.W. (S2 su C.W.) viene disabilitato U4a ed abilitato U4c; quando si chiude il tasto (Key) viene immediatamente abilitato anche U4b permettendo al segnale sinusoidale di 1Khz generato da U5b di sostituirsi al segnale microfonico; contemporaneamente una porzione dello stesso segnale viene portata all’amplificatore di B.F. (U9) per realizzare così l’autoascolto in trasmissione.
U7b ha la funzione di temporizzatore, permettendo così in telegrafia di rimanere in trasmissione per pochi istanti ancora dall’ultima battuta sul tasto (coda) U8 fornisce una tensione stabilizzata per il funzionamento in RX ed in TX; Q12, condizionato da Q11 genera una tensione +8VRX complementari ai +12VTX per il funzionamento dei vari stadi; i due diodi D11 e D12 inibiscono U4a e U4c durante la ricezione.

 

 

Scheda VCO – BFO

La scheda in oggetto contiene l’oscillatore locale dell’RTX (4.990 – 5.360 Mhz) che determina la frequenza di ricezione e di trasmissione del QRP oltre all’oscillatore BFO a quarzo, utilizzato sia in ricezione (nel rivelatore a prodotto) che in trasmissione (per la generazione della D.S.B.); presenta inoltre la basetta per la visualizzazione della frequenza operativa, gestita da un micro che oltretutto realizza un aggancio di frequenza per incrementare la stabilità ed infine supporta una scheda per la visualizzazione del livello del segnale ricevuto in ricezione (S.Meter).
Con riferimento allo schema di fig.02, l’oscillatore del V.C.O. è realizzato con un FET (Q6 – J310) connesso ad oscillatore Hartley che utilizza una bobina avvolta su un toroide T50-6, la cui sintonia viene determinata dalla tensione presentata al doppio Varicap (DV2 – BB104) tramite un potenziometro multigiri (RV2 da 10K).
L’altro doppio Varicap (DV1 – BB104) realizza l’aggancio in frequenza (entro +/-7.5Khz) grazie all’integrato U1 che oltretutto, tramite il modulo alphanumerico 1×16, realizza la visualizzazione della frequenza operativa del Q.R.P. con definizione di 10Hz.
Il transistor Q4 funge da buffer per non caricare l’oscillatore e per poter trasferire via cavetto coassiale, il segnale ai mixer della scheda madre; similmente Q3 separa lo stesso oscillatore dal successivo amplificatore (Q2 e Q1) che pilota il PIC.

 

 

Programmazione del frequenzimetro

Il connettore J2 viene utilizzato in sede di programmazione del frequenzimetro (impostazione del valore di Media Frequenza) realizzando una chiusura a massa (tramite due pulsanti), dei due terminali “Set” e “>” con la seguente sequenza:

  • Alimentare la scheda con la tensione nominale (+12Vcc) in modo da rendere disponibili le tensioni di +5Vcc e +8Vcc all’uscita degli stabilizzatori U2 ed U3; intervenire su RV1 per regolare il desiderato livello di contrasto dell’indicatore.
  • Premere una prima volta “Set” per accedere alla funzione “I.F. Set”: un cursore lampeggiante si posiziona sulla prima cifra del valore di I.F. da impostare (decine di Mhz); agendo sul pulsante ”>” scegliere il valore della cifra tra 0 e 9; ripremendo “Set” si conferma il dato e si accede alla cifra successiva; ripetere l’operazione fino al completamento delle cifre
  • Un’ulteriore pressione sul tasto “Set” attiva la funzione “Set Mode” e ci permette di scegliere, tramite il tasto “>”, la modalità desiderata: (nel nostro caso “Frequenza + I.F.”); infatti se ad esempio il nostro V.C.O. oscilla a 5.250.00 Mhz , con una media frequenza pari a 9.000 Mhz il nostro frequenzimetro deve indicare una frequenza di 14.250.00 Mhz (frequenza effettivamente ricevuta o trasmessa).
  • La successiva pressione sul tasto “Set” attiva la funzione “Lock Set” che consente di variare il limite di aggancio del dispositivo (cioè la massima deriva accettata in un singolo periodo di lettura) da un minimo di 20 Hz ad un massimo di 100 Hz; di default il valore è di 25Hz.
  • Un’ultima pressione sul tasto “Set” chiude il menù ed a questo punto i parametri impostati vengono salvati nella EEPROM del micro ed il dispositivo si predispone alla lettura ed indicazione di frequenza operativa.

 

 

Taratura del V.C.O. e verifica del campo di aggancio

Per tarare Il V.C.O. si procede come segue:

  • Togliere l’integrato PIC 16F628 dallo zoccolo e realizzare un partitore con due resistenze da 1Kohm tra la tensione +5V, il piedino 9 dello zoccolo di U1 e massa, in modo da conferire al doppio Varicap DV1 un potenziale di 2.5V
  • Tarare CV3 in modo da ottenere l’escursione di frequenza desiderata: 4.990.- 5.360 Mhz (per ottenere la copertura assicurata della banda)
  • Sostituire il partitore con un potenziometro da 2Kohm in modo da poter variare il potenziale ai Varicap di DV1 e agire su CV2 in modo da ottenere un’escursione di 15 Khz con un’escursione di tensione ai Varicap, da 0 a +5V
  • A questo punto può essere inserito il PIC ed il V.C.O. è pronto per l’utilizzo.

Il led LD2 presente sulla basetta S.Meter viene pilotato dal micro e si accende all’aggancio della frequenza indicata dal display (dopo pochi secondi dall’ultima variazione di frequenza): se infatti si interviene sul potenziometro multigiri RV2 per impostare una nuova frequenza, il led si spegnerà per tutta la durata della variazione di tensione ai varicap e a variazione ultimata, si riaccenderà dopo pochi istanti, segnalando che il micro ha nuovamente agganciato la nuova frequenza.
Per la verifica della frequenza generata dal V.C.O. occorre disporre di un frequenzimetro sufficientemente preciso: per non caricare l’oscillatore basta porsi con la sonda all’uscita J5; rimane ora da tarare il B.F.O. (Q5 – J310) tramite CV4 per ottenere una frequenza di 8.998.5Mhz su J6.
La precisione di lettura della frequenza operativa del QRP è strettamente legata alla precisione del clock del micro (4.000 Mhz) per cui vale la pena di verificarlo col frequenzimetro già usato per il VCO, agendo su CV1.
Quale ultima verifica da effettuarsi sulla scheda VCO/BFO occorre rilevare che l’ampiezza dei segnali di VCO (J5) e BFO (J6) sia di circa …-mVpp (rilevati senza carico e con sonda oscilloscopica da 1Mohm).

   Nota:  Doverosamente và chiarito che il circuito relativo al V.C.O. ad F.L.L. (Frequency Locked Loop) è stato integralmente dedotto da un meritevole progetto presente da tempo sul sito di Francesco (IK3OIL): ritenendo non necessario reinventare nulla che già fosse stato inventato e verificato che quanto in oggetto ben si adattava alle nostre esigenze, abbiamo semplicemente chiesto all’autore il permesso di poterlo utilizzare in una realizzazione che successivamente avremmo pubblicato: con mirabile “ham-spirit” Francesco ci ha prontamente concesso l’autorizzazione alla pubblicazione, e di questo pubblicamente lo ringraziamo.

 

 

Scheda base RX – TX

Come si evince dallo schema di Fig.03 e Fig.04, su questa scheda trovano ubicazione il trasmettitore, il ricevitore e tutta la circuiteria di servizio per effettuare le varie commutazioni, le temporizzazioni, le amplificazioni di BF e le alimentazioni.
La scheda base è connessa alla scheda VCO/BFO per mezzo di due piattine da 10 conduttori facenti capo ai connettori J3 e J4 di entrambe, e da due cavetti schermati (da 50 ohm) facenti capo ai rispettivi connettori J5 e J6.
La principale caratteristica del circuito in esame è quella di utilizzare un unico filtro a quarzo sia in ricezione (per selettivare i segnali ricevuti) che in trasmissione (per generare il segnale USB); questo comporta un appesantimento nella circuiteria che opera le commutazioni; se si considera poi che anche la commutazione del segnale RF viene operata elettronicamente, si comprende come il circuito possa apparire a prima vista, particolarmente complicato.
Principali attori del circuito di commutazione sono i due integrati switch analogici U6 ed U4; il primo realizza sostanzialmente un doppio deviatore che smista i segnali di VCO e BFO ai due mixers attivi U1 ed U2, mentre le due sezioni U4a e U4c realizzano un deviatore per commutare ,in trasmissione, il segnale del microfono (SSB) o la nota ad 1 Khz (CW), nota che viene manipolata dal tasto tramite U4b.
La rimanente sezione U4d comandata da Q13, inibisce il segnale audio all’amplificatore di BF per minimizzare gli “scratchs” che si manifesterebbero all’atto del passaggio RX/TX ad opera di differenti livelli di tensioni di polarizzazione dei vari circuiti interessati alla BF.
Vediamo ora di approfondire un po’ di più il funzionamento di U6: dalla scheda VCO/BFO i due segnali vengono conferiti rispettivamente a J6 e J5 per cui in ricezione ad U1 giunge il segnale RF e del VCO mentre ad U2 il segnale di IF e del BFO; in trasmissione ad U1 giunge il segnale microfonico (o la nota ad 1 Khz) ed il BFO mentre ad U2 viene conferito il segnale SSB-IF ed il segnale del VCO.
Altra nota riguarda i due diodi D6 e D10: in ricezione D6 non è alimentato mentre D10 cortocircuita a massa il piedino 1 di U2 permettendo il funzionamento dell’amplificatore di IF; in trasmissione, poiché il livello dei segnali giustifica il by-pass dell’amplificatore, il segnale USB-IF transita su D6 (in conduzione) e non viene più cortocircuitato a massa da D10 che ora è interdetto.

 

 

Analisi schema sezione TX

Il connettore d’antenna (PL da pannello) è direttamente connesso ad un filtro pi-greco passa basso a tre celle (L1, L2, L3, C1, C2, C3, C4) utilizzato sia in trasmissione che in ricezione: togliendo il ponticello su J2 si può accedere allo stesso per una eventuale verifica.
I transistori Q3, Q2 e Q1 costituiscono lo stadio amplificatore lineare in classe A, in grado di erogare una potenza massima di 5-6W RF prima di iniziare a comprimere; lo stadio è abbastanza classico e non merita particolari commenti: Q1 è un transistore in case TO220 solitamente impiegato in apparati CB e non è particolarmente critico, potendo essere sostituito con altri di analoghe caratteristiche; J7 e J2 permettono una verifica strumentale dell’amplificatore, sia in termini di linearità che di potenza in uscita.
L’ingresso dell’amplificatore RF è preceduto da un filtro passa banda (T7, CV4, C20, C19, C18, CV3 e T6) con banda passante di 350 Khz e con frequenze di taglio di 14.000 Mhz e di 14.350 Mhz; anche qui i connettori J8 e J7 consentono la taratura dello stesso, taratura che deve essere eseguita con un wobulatore o con un analizzatore di reti:  a tal proposito è doveroso un ringraziamento al collega Francesco IV3 PLF che ci ha prontamente messo a disposizione il suo analizzatore SNA2550 della Elad, strumento completo e versatile che ci ha permesso le diverse tarature e verifiche sia in fase di progetto che in fase di realizzazione.

Il segnale RF in USB viene prelevato (tramite T10) all’uscita del mixer attivo U2 (NE602) quale somma del segnale USB-IF ed il segnale del VCO (5.000-5.350 Mhz) presentati rispettivamente ai piedini 1 e 6 di U2.
Il segnale DSB al valore di IF viene generato dal mixer U1 (NE602) miscelando il segnale di BF (segnale microfonico amplificato da U5a e successivamente gestito da U4a) presentato al pin 1 di U1 ed il segnale del BFO (8.9985 Mhz) presentato al pin 6 dello stesso integrato.
All’uscita di T8 è presente il segnale DSB: a ricavarne il solo segnale USB provvede il filtro realizzato con 6 quarzi a 9.000 Mhz, da noi montato su di una basetta a parte, con connessioni “pin to pin” con altri filtri commerciali eventualmente in possesso dei realizzatori: va solo fatto presente che il nostro filtro presenta una impedenza di ingresso-uscita di 230 ohm circa e che per adattare tale valore all’impedenza di 1.5 Kohm (uscita di U1 ed ingresso di U2) sono stati dimensionati T8 e T9: utilizzando un filtro a quarzo con diversa impedenza, occorre necessariamente ridimensionare i due trasformatori.
L’apparato che presentiamo ha anche la possibilità di funzionare in CW: per creare la portante da manipolare, viene generata una nota di BF (sinusoidale e con bassa distorsione) tramite U5b che, comandata dal tasto, va a sostituirsi al segnale proveniente dall’amplificatore microfonico.
Le sezioni U4a e U4c, abilitate dal comando SSB/CW costituiscono il deviatore elettronico che determina quale dei due segnali far giungere ad U1.
L’integrato U7 realizza la temporizzazione necessaria per garantire la “coda” di permanenza in trasmissione qualche altro istante dopo il termine della manipolazione sul tasto; la regolazione di detto ritardo si effettua tramite RV5.
La stessa nota ad 1 Khz manipolata dal tasto e gestita da U4b, viene inviata all’amplificatore di BF U9 (LM 386) per realizzare l’auto-ascolto in trasmissione CW (side tone)

 

 

Analisi schema sezione RX

In ricezione il segnale presente al bocchettone d’antenna attraversa il filtro passa-basso L1..L3 (condiviso con il trasmettitore) e tramite J1 viene conferito al filtro di banda T5…T4 (identico al filtro T7…T6) prima di essere portato al mixer attivo U1 (NE602) per essere convertito al valore di IF: come si può notare, il mixer che in trasmissione realizza la DSB al valore di IF, in trasmissione funziona da convertitore: per fare ciò occorre commutare i segnali in ingresso che in trasmissione sono BF (segnale microfonico) e BFO (8.9985 Mhz) rispettivamente in RF (14.000 – 14.350 Mhz) e VCO (5.000- 5.350 Mhz).
La commutazione di detti segnali, come si può vedere, viene effettuata elettronicamente tramite switch analogici (U4 ed U6) e diodi usati come interruttori: i due diodi shottky D1 e D2 (BYV10) in trasmissione connettono a massa C4 ed al tempo stesso preservano l’ingresso di U1; sempre in trasmissione, per evitare rientri indesiderati in U1 da parte del TX, il transistore Q6 viene portato alla saturazione da +12VTX, cortocircuitando così T4.
All’uscita di U1 il segnale di IF, differenza tra RF e VCO, viene filtrato dal filtro a quarzo e successivamente amplificato aperiodicamente da Q7 e Q8 (Mosfet BF961) fino ad un massimo di 40dB; il segnale viene poi demodulato da U2 questa volta con funzione di rivelatore a prodotto: il segnale del BFO viene conferito al piedino 6 di U2 dall’integrato U6 con funzioni di doppio deviatore.
Il segnale di BF è ora presente al piedino 4 di U2, viene filtrato dal doppio filtro passa-basso R41, R42, C56, C57, ed inviato, tramite U4d al potenziometro di controllo del volume (20 Kohm) presente sul pannello anteriore; infine il segnale giunge all’integrato U9 che lo amplifica per poter infine pilotare l’altoparlante (entro contenuto) o le cuffie (esternamente).
Il segnale di BF presente all’uscita del filtro passa-basso viene contemporaneamente amplificato da U3a e raddrizzato (duplicatore D4 D5); La sezione U3b amplifica ulteriormente il valore della tensione raddrizzata per fornire il segnale di AGC necessario per il controllo automatico di guadagno dello stadio amplificatore di IF (Q7, Q8,).
Da ultimo, Q4 amplifica invertendo il segnale per pilotare l’indicatore di intensità del segnale ricevuto (S.Meter) realizzato con una basetta aggiuntiva posta sulla scheda VCO-BFO a ridosso del pannello anteriore.

 

 

Realizzazione pratica

Per quanto riguarda la realizzazione pratica, a solo titolo di esempio e dedicato espressamente a chi fosse interessato ad adottare la nostra scelta, proponiamo le immagini ed i disegni realizzativi delle varie componenti meccaniche ed elettriche; è ben inteso che, data la bassa frequenza in gioco e la minima criticità circuitale, ognuno è libero di adottare le soluzioni che più ritiene opportune.
Poiché questa realizzazione costituiva parte integrante di un ciclo (ormai approdato al terzo anno) di incontri relativi allo studio di applicazioni in elettronica, è stata dedicata particolare cura alla definizione dei circuiti stampati (realizzati in doppia faccia con fori metallizzati e dorati), alla definizione e realizzazione dei componenti meccanici (ottenuti per taglio laser a mezzo di macchine a controllo numerico) e nella scelta dei componenti (di facile reperibilità), componenti che sono stati acquistati in blocco, per garantire l’omogeneità delle caratteristiche: tutto ciò al fine di costituire una sorta di “kit” che offrisse la massima sicurezza realizzativa per gli aderenti al corso.
Riteniamo perciò di non soffermarci oltre sulla realizzazione pratica, rimanendo comunque a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.

 

 

Conclusioni

Come sempre, il progetto completo di tutti i dettagli, schemi e figure, trova spazio nell’area Progetti dell’Archivio della Sezione A.R.I. di Pordenone.